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Vasco alla mostra del cinema di Venezia un attore inconsapevole

"Tappeto Rossi" è stato ribattezzato il red carpet sul Lido dove, pur di prendere i primi posti, i fan di Vasco si sono appostati già dalla prima mattinata davanti alle transenne che delimitano la passerella del Palazzo del Cinema del Lido che il Blasco ha percorso verso le 19.30. Poi l’incontro con il pubblico, moderato da Vincenzo Mollica alle 21, in Sala Darsena, (con i 2.800 che sono riusciti a prenotarsi gratuitamente on line un paio di settimane fa, esaurendo tutte le disponibilità nel giro di un’ora) prima delle due proiezioni de «Il Decologo di Vasco», ironico documentario firmato da Fabio Masi di "Blob", che restituisce in dieci brevi capitoli un ritratto inedito del rocker di Zocca.

Saranno stati in tutto 5mila i fan di Vasco, che ha superato il record di Johnny Depp, che ha avuto oltre 2mila fan. «Il decalogo di Vasco», prodotto da Raitre, che andrà in onda il 26 settembre, racconta in dieci capitoli un viaggio surreale in auto di due silenziosi compagni di viaggio che attraversano l’Italia dal Sud al Nord, accompagnati dalla sagoma cartonata del Blasco che, per magia, si trasforma nella rockstar in persona. L’autoradio trasmette intanto le sue canzoni e, mentre il paesaggio cambia, seguiamo il filo dei pensieri di Vasco, che offre una serie di riflessioni capaci di rendere la sua visione della vita. Non mancano immagini inedite che contribuiscono a definire l’universo della rockstar italiana, riletto attraverso il suo stesso vissuto: le lezioni del Laboratorio tenuto a Bologna, il ritiro fisico e spirituale nel cuore della Puglia, il suo punto di vista soggettivo sul palco barese del Live Kom 2015. Arrivando infine all’anteprima del videoclip «Quante volte», lanciato proprio ieri al Lido e tratto dall’album «Sono innocente». Per Masi, il documentario è «un surreale monologo interiore» in cui «emerge il conflitto tra l’essere o non essere la rock star, rappresentato nei pensieri e nelle riflessioni di Vasco».

«Mi piace questo festival molto rock. E mi sono preparato per il "tappeto Rossi". Sono qui per far diventare ancora più rosso il tappeto rosso. Quest’anno sono contento che il festival del cinema di Venezia abbia tutto questo rock, perché la musica è una grande mezzo per stare meglio nella vita e il rock poi scarica anche i nervi». Alle 18 passate Vasco Rossi è sbarcato all’imbarcadero dell’Hotel Excelsior del Lido con un notevole ritardo degno di una rockstar, acclamato dai fan in attesa da ore, come i cronisti, i fotografi e i cameramen. Cosa direbbe Vasco ai fan che lo seguono ovunque? «Che li ringrazio sempre di esistere. Come loro dicono a me». E ancora, Blasco ha spiegato che rapporto c’è tra le sue canzoni e il documentario firmato da Fabio Masi: «Nelle canzoni ho fatto la cronaca della mia vita, ci sono io. Qui sono attore a mio insaputa. Quindi sono qua a mia insaputa. Sono qua e non sono qua. Chi lo sa dove sono? Il documentario di Masi cattura tutto, perché quando sono inconsapevole sono più allegro e mi lascio più andare, mentre quando sono consapevole sono più nervoso e teso. Forse sono un attore inconsapevole. Però "Il Decalogo" non l’ho ancora visto finito, quindi sono curioso di vedere che cosa ha combinato questo giovane regista di talento che è Masi, con cui c’è stato un feeling istintivo. Forse, è una questione di vite vissute pericolosamente», conclude Blasco.

A chiudere il concorso di Venezia 72 (oltre a Beixi Moshuo di Zhao Liang) è passato ieri l’ultimo dei quattro italiani in gara, il più applaudito dalla stampa (anche se non è mancato qualche solitario buu), quello con maggiori chance di entrare in palmarès. L’interpretazione di Valeria Golino in «Per amor vostro» di Giuseppe Gaudino si candida oggi per una probabilie Coppa Volpi femminile. Nel film interpreta Anna, napoletana, donna generosa e fragile, madre di tre figli, di cui uno sordo. Lavora per una società di produzione televisiva, è la gobbista. Viene corteggiata dall’attore (Adriano Giannini), deve difendersi dal marito (Massimiliano Gallo), un poco di buono dai guadagni illeciti e dai modi violenti.

«A me basta essere qui. Sono felicissima di essere qui. Di far vedere il film che Beppe ha fatto. Sapeste quanto è stato difficile, quante porte in faccia ci hanno sbattuto - ha raccontato l’attrice che ha coprodotto il film con Scamarcio - È un personaggio complesso, sfaccettato, le ho dato tanto, anche quello che non avrei voluto. C’è stato un momento in cui io e il mio personaggio ci siamo profondamente toccate. In eredità mi ha lasciato tante cose: qualche mese fa pensavo che mi avesse reso più fragile, insicura; avevo paura di non aver dato a Beppe tutto quello che volevo. Ma oggi sono solo felice». Infine l’attrice ha lasciato il suo commento sulla "Marcia degli scalzi", in favore dei diritti sui migranti, che ieri da Venezia è arrivata alla Mostra del Cinema: «Ho fatto una foto scalza, per quello che vale - ha concluso - Siamo a favore, anche se non possiamo essere lì fisicamente».

In attesa del Leone d’oro che sarà consegnato stasera, il premio del Pubblico Pietro Barzisa della Settimana della Critica è andato a "Tanna" di Bentley Dean e Martin Butler. Ambientato tra i paesaggi incontaminati dell’arcipelago di Vanuatu (nel sud del Pacifico), il film è un fiammeggiante ed eccentrico mélo che racconta l’amore contrastato tra Wawa e Dain, novelli "Romeo e Giulietta" dell’isola di Tanna, costretti a scegliere fra le ragioni del cuore e il futuro della tribù Yakel alla quale appartengono. -*fonte il web

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