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LAMPEDUSA L’ISOLA DELLA VITA


LAMPEDUSA
L’ISOLA DELLA VITA
di Chiara Musino

E’ vista troppo spesso come il confine fra due mondi, dimenticando la sua vera Bellezza. Quell’isola che diventa salvezza per chi si abbandona al mare, in cerca di una vita migliore, in realtà è un vero capolavoro nato in mezzo al blu, a metà fra le coste della Sicilia e dell’Africa settentrionale.  
11 chilometri per 3 e mezzo, più vicina alle coste tunisine che a quelle italiane in realtà, Lampedusa è la più grande delle Pelagie, emersa dalle acque due milioni di anni fa e ha tanto da raccontarci… Molte popolazioni, nel corso dei secoli, qui hanno lasciato il loro segno, scrivendo delle pagine di una storia vasta e per la maggior parte dimenticata o ridipinta e reinterpretata dagli abitanti che l’hanno tramandata.
Anche l’origine del suo nome vede varie interpretazioni… quella che ci piace di più è quella che la lega al balenare di incredibili lampi. L’isola non è estranea a fenomeni insoliti, che fanno notare la presenza forte di una Natura viva e padrona. Uno dei più sorprendenti è il cosiddetto “marrobbio”, che si verifica nel periodo da Aprile a Maggio e poi da Settembre a Ottobre: il cielo diventa di un grigio minaccioso, l'acqua si ritira e le barche restano in secca. Dopo poco, il mare all’improvviso risale e le onde possono arrivare fino ad allagare le strade. Ogni 50 anni, inoltre, si può vedere l’Isola dei Conigli ricongiungersi alla terraferma, per una sorta di bassa marea. 
Lampedusa vanta un’Area Marina Protetta oltre ad una Riserva Naturale di 338 ettari nata con lo scopo di preservare la vita di una flora ed una fauna uniche, che si possono scoprire addentrandosi nei numerosi sentieri… Se volessimo dipingere quest’isola come un quadro sarebbe una tavola calcarea con un panorama dipinto di bianco ed ocra, pietroso ed arido, che termina, a nord, con una impressionante falesia, mentre a sud lunghi promontori e calette profonde sono circondati da acque cristalline dalle mille sfumature. Sotto il mare ecco aprirsi un mondo sommerso spettacolare e sorprendentemente vario, pieno di pesci, spugne e stelle marine, con un fondale a tratti roccioso a tratti bianco e sabbioso, che improvvisamente si tinge del verde scuro della posidonia. 
Immaginate di essere sulla spiaggia dell’Isola dei Conigli di veder nascere delle piccole vite dalla finissima sabbia candida, che iniziano a lottare per raggiungere l’acqua. Sono i piccoli della tartaruga marina Caretta Caretta, che qui deposita le sue uova, orgoglio ed emblema di Lampedusa, probabilmente sulla stessa spiaggia dove la leggenda vuole che naufragassero le due donne che sarebbero state le madri di tutti i lampedusani, rubando il cuore a due eremiti dell’isola.
In quanto a rubare il cuore Lampedusa è maestra, sia con la sua bellezza paesaggistica che con il fascino che ha chi nasce dall’inconto di varie culture che si mischiano e si fondono con la tradizione marinara locale e la leggenda: influenze europee, arabe ed in particolare della Magna Grecia si percepiscono negli usi, nei costumi, nel cibo, nelle danze, nei canti e anche nei vari aspetti della vita quotidiana. Quella vita “semplice”, che si riversa in Via Roma, via principale della città capoluogo, una quotidianità dedita alla vita di mare ed al turismo, tanto che la mattina il paese è pieno di gente, per poi svuotarsi fino alle 18, momento in cui le barche rientrano al porto e la gente torna dalle spiagge, trasformando il centro in una sorta di salotto all’aperto.  
I segni “della storia” dell’isola li troviamo sparsi qua e là, negli antichi “dammusi” -le tradizionali abitazioni locali costruite con le pietre-, nei fortini militari della seconda guerra mondiale, e poi ancora nelle vasche romane dove si produceva  il “garum” e nell’antico Santuario di Cala Madonna. Più recenti, la fontana in marmo dedicata ai pescatori, l’Obelisco Pomodoro -monumento ai caduti ed opera in onore della capacità di vivere-, la Porta d’Europa -a memoria dei morti in mare nel tentativo di raggiunere le coste lampedusane-, il Museo Archeologico delle Pelagie, l’Archivio Storico ed il Faro di Capo Grecale, che sorge a picco sul mare sulla punta nord orientale dell’isola e che osserva senza sosta l’orizzonte. Ad accoglienza dei naviganti che arrivano al porto svetta la statua in marmo della Madonna di Porto Salvo, patrona di Lampedusa, e sul fondale di fronte all’isola dei Conigli la Madonna subacquea col Bambino in braccio protegge coloro che vivono le acque. 

Non ci resta che salutarvi dalla sommità dei 133 metri di Albero Sole, punto più alto dell’isola, con il vento sul viso ad osservare il tramonto… 

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